Corallo è inquisito dalla Procura di Roma come capo di un'associazione per delinquere finalizzata a commettere numerosi reati tra cui spicca il ricicilaggio di denaro sottratto al fisco: decine di milioni di euro che il suo gruppo Atlantis-Bplus (di recente ribattezzato Global Starnet) avrebbe dovuto versare allo Stato italiano, come tasse sui profitti sviluppati da oltre 73 mila macchinette mangiasoldi (slot e vlt) che l'imprenditore siciliano ha potuto installare a partire dal 2004 in tutta la Penisola. Francesco Corallo, il capo del colosso italiano delle slot machine in rapporti economici con la famiglia Fini, è accusato di corruzione e ora potrebbe essere tagliato fuori dalle concessioni dei Monopoli In realtà le indagini internazionali guidate dallo Scico, il reparto antimafia della Guardia di Finanza, documentano che i soldi dovuti all'erario sono stati dispersi e occultati in una rete di società offshore controllate dai più stretti collaboratori di Corallo. ComeRudolf Baetsen, il suo braccio destro ai Caraibi, e Amedeo Laboccetta, parlamentare del Pdl fino al 2013 nonché rappresentante per l'Italia di Bplus-Atlantis, già indagato per favoreggiamento a Milano, tuttora dirigente di Forza Italia in Campania. Baetsen è stato arrestato a Saint Marteen, mentre Laboccetta è stato ammanettato a Napoli e trasferito in carcere a Roma 13 dicembre 2016
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