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IwBank: perquisizioni Gdf

IwBank: perquisizioni Gdf per ipotesi riciclaggio, 13 indagati e 100mila operazioni sospette

Perquisizioni in diverse sedi di IwBank. La Guardia di Finanza ha eseguito oggi per alcune ore una serie di
controlli in varie sedi di IWBank, la banca on line del gruppo Ubi Banca. Le perquisizioni sono state eseguite
da militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria delle Fiamme Gialle e si sono svolte nelle sedi di Milano,
Varese e Brescia dell’istituto. L’inchiesta è diretta dal pubblico ministero di Milano Elio Remondini e - da
quanto si è appreso - coinvolge alcuni dipendenti di IwBank, che sono indagati per gravi reati, tra i quali
riciclaggio e autoriciclaggio.

Sono circa centomila le operazioni transitate da IWBank segnalate dall'Uif (Unità d'Informazione
Finanziaria) di Bankitalia alla Procura di Milano. Nell'inchiesta in cui si ipotizzano i reati di riciclaggio e
autoriciclaggio sono indagati 12 funzionari della banca e un broker che non avrebbero adempiuto alle
verifiche previste dalla legge su diverse migliaia di operazioni effettuate da clienti. Alcuni di questi
movimenti, a quanto si apprende, sarebbero risultati «opachi». In particolare, Procura e Guardia di Finanza
hanno nel mirino operazioni svolte da quattro società nelle isole Cayman, alle Bahamas e in altri Paesi a
fiscalità privilegiata con le quali sarebbero stati movimentati oltre 15 milioni negli ultimi 2 anni. A Piazza
Affari il titolo Ubi Banca ha chiuso in calo del 3,32 per cento.

I reati ipotizzati, a vario titolo, a carico degli indagati, secondo quanto emerge dai decreti di perquisizione,
sono il riciclaggio, contestato per almeno «16 milioni di euro», e l'autoriciclaggio, il nuovo reato
recentemente introdotto nell'ordinamento e che punisce chi reimpiega, agendo anche per occultarne
l'origine e l'utilizzo, il denaro frutto di un altro reato che lo stesso soggetto (e non un altro, come nel
riciclaggio) ha commesso in precedenza. Al momento, tuttavia, da quanto si è saputo, nessun cliente di
IWBank è stato iscritto nel registro degli indagati. Stando agli accertamenti, i funzionari di IWBank non
avrebbero messo in atto tutte quelle verifiche che sono previste dalla legge in materia di antiriciclaggio per
l'apertura di un conto: in particolare, non sarebbero state richieste e registrate le dovute informazioni sulla
titolarità effettiva dei conti e sulla provenienza dei soldi depositati. All'interno di queste operazioni sospette,
poi, gli investigatori hanno individuato anche alcune movimentazioni su conti dell'istituto riferibili a quattro
società con sedi in paradisi fiscali, in particolare Bahamas e Cayman. Si tratta, in sostanza, di operazioni di
trading on line, attraverso le quali sarebbero transitati su conti IWBank, con la compiacenza, secondo
l'accusa, di alcuni dipendenti della banca, circa 16 milioni di euro nel giro di due anni.
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